In BNL avevano imparato l’arte ma, invece di metterla da parte, l’hanno portata dove serviva per far crescere, si direbbe oggi con un po’ di retorica, il “sistema Paese”.
Non solo, però, scienza ed esperienza bancaria. Anche lo spirito di corpo che nel frattempo era diventato amicizia tra antichi colleghi.
Fu così che trentuno anni fa, molti di questi “amici” presero ad incontrarsi, a scambiarsi esperienze e solidarietà anche per trovare il modo di continuare così a restare giovani.
Decisero perciò di vedersi a pranzo, almeno una volta l’anno da “Nonno Rossi”, un ristorante vicino all’aeroporto di Bologna, che diventò il loro porto di approdo irrinunciabile ed atteso. Quasi come fedeli di una speciale congregazione laica, unita dalla “cultura BNL” e dalla colleganza trasformata in amicizia.
Lo avevano deciso, un giorno a Brescia e la sigla della città ,“Bs”, diede lo spunto per l’acronimo del club che si andava così costituendo e che, per esteso, riprendeva l’antica denominazione telex della Banca: Bancoper. Si ritrovarono in cento al primo “Nonno Rossi” invitati dal presidente precursore Riccardo Riccardi e continuarono a vedersi ogni anno in maggio.
Poi si strutturarono come vera e propria associazione ai sensi di legge, come si dice, con tanto di statuto, di programmi che rispondevano allo scopo di tener vivo il patrimonio culturale e solidale di cui erano stati fruitori, ma anche costruttori in BNL, di scambiarsi esperienze e opinioni mutualmente utili, “senza divisa” per sentire il bello dell’amicizia reciproca.
A “Nonno Rossi“ vennero ad aggiungersi – con la presidenza di Paolo Mazzotto ed il sostegno attivo del presidente BNL Luigi Abete – iniziative di studio e dibattito con personaggi importanti del mondo culturale, economico e sociale, che man mano conferivano al Club anche la funzione di luogo e momento di riferimento per testimonianze e progettualità, non di rado attese e seguite con attenzione ed interesse anche fuori dell’ambito associativo.
* * *